L’obiettivo del volume è duplice: da un lato prendere sul serio la prospettiva del naturalismo filosofico e vedere a quali conclusioni approda una sua coerente declinazione; dall’altro provare a ripensare in modo critico la nozione di “differenza umana”. Per dar corpo ad un simile proposito, dopo un chiarimento istruttorio dei concetti di “naturalizzazione”, “riduzionismo” e “questione antropologica”, viene dapprima proposto un confronto con il paradigma evoluzionistico, quadro di riferimento generale all’interno del quale si iscrive buona parte della riflessione antropologica contemporanea. Segue poi una analisi dei contributi che le neuroscienze hanno portato in dote alla riflessione etico-antropologica. Quindi si passa ad analizzare le ricadute pratiche a cui la tecno-scienza può condurre; in questo contesto ampio spazio viene dedicato al confronto con il pensiero postumanista (e coi suoi critici). Infine, nella parte conclusiva dello studio, si propone una valorizzazione dell’etica del riconoscimento quale argine alle possibili derive antiumanistiche del progetto di naturalizzazione dell’umano.
l Convegno Ecclesiale di Firenze – in programma per l’autunno 2015 – suggerisce la possibilità di dar corpo ad un rinnovato umanesimo. Si tratta di una sollecitazione importante, che riconosce e rilancia la centralità della cosiddetta “questione antropologica”, ovvero l’urgenza di una riflessione attenta ai diversi ambiti di vita nei quali “ne va” dell’umano e del senso del suo stare al mondo. Cosa significa, oggi, porre la persona al centro della riflessione pratica? E a cosa conduce la sua messa in questione? Per rispondere – o iniziare a farlo – in modo adeguato, è necessario indagare il fenomeno umano nella sua complessità, analizzando i diversi aspetti che disegnano l’integralità dell’esperienza umana e individuando, per ciascuno, opportunità e rischi.
L’obiettivo del volume è duplice: da un lato prendere sul serio la prospettiva del naturalismo filosofico e vedere a quali conclusioni approda una sua coerente declinazione; dall’altro provare a ripensare in modo critico la nozione di “differenza umana”. Per dar corpo ad un simile proposito, dopo un chiarimento istruttorio dei concetti di “naturalizzazione”, “riduzionismo” e “questione antropologica”, viene dapprima proposto un confronto con il paradigma evoluzionistico, quadro di riferimento generale all’interno del quale si iscrive buona parte della riflessione antropologica contemporanea. Segue poi una analisi dei contributi che le neuroscienze hanno portato in dote alla riflessione etico-antropologica. Quindi si passa ad analizzare le ricadute pratiche a cui la tecno-scienza può condurre; in questo contesto ampio spazio viene dedicato al confronto con il pensiero postumanista (e coi suoi critici). Infine, nella parte conclusiva dello studio, si propone una valorizzazione dell’etica del riconoscimento quale argine alle possibili derive antiumanistiche del progetto di naturalizzazione dell’umano.
L’obiettivo del volume è duplice: da un lato prendere sul serio la prospettiva del naturalismo filosofico e vedere a quali conclusioni approda una sua coerente declinazione; dall’altro provare a ripensare in modo critico la nozione di “differenza umana”. Per dar corpo ad un simile proposito, dopo un chiarimento istruttorio dei concetti di “naturalizzazione”, “riduzionismo” e “questione antropologica”, viene dapprima proposto un confronto con il paradigma evoluzionistico, quadro di riferimento generale all’interno del quale si iscrive buona parte della riflessione antropologica contemporanea. Segue poi una analisi dei contributi che le neuroscienze hanno portato in dote alla riflessione etico-antropologica. Quindi si passa ad analizzare le ricadute pratiche a cui la tecno-scienza può condurre; in questo contesto ampio spazio viene dedicato al confronto con il pensiero postumanista (e coi suoi critici). Infine, nella parte conclusiva dello studio, si propone una valorizzazione dell’etica del riconoscimento quale argine alle possibili derive antiumanistiche del progetto di naturalizzazione dell’umano.
ll volume contiene il saggio di J. Maritain "Una società senza denaro. Un Paese in cui il denaro sarebbe bandito dalla vita dei cittadini"; tit. orig. "Une société sans argent; un pays dans lequel l'argent soit banni de la vie des citoyens". Il "tempo della crisi"- economico-finanziaria, ma altresì politico-sociale - non sembra essere una fase temporanea, destinata a passare e farsi dimenticare rapidamente. Essa non rappresenta una "crisi di crescita", un momento di difficoltà che, come la febbre nei ragazzi, prelude ad un nuovo repentino sviluppo. Ciò in cui siamo immersi sembra, piuttosto, una "crisi della maturità", ovvero una crisi di senso. Crisi che investe la nostra capacità di essere comunità e che ci interroga sul valore della convivenza civile. Prendendo le mosse da un provocatorio saggio che Jacques Maritain dedica all'ipotesi di Una società senza denaro, il volume intende esplorare la possibilità di scorgere nella direzione di un'economia di mercato che vada oltre il capitalismo iper-finanziario e che si dimostri capace di promuovere un rinnovato senso di comunità.
La visione scientifica del mondo sembra decretare la “morte della persona”, almeno nella misura in cui quest’ultima è pensata al modo della tradizione classica. Il prezzo pagato è tuttavia assai alto: le nozioni di identità personale, di individualità libera e autonoma, di soggettività eticamente e giuridicamente responsabile traballano di fronte alle provocazioni che giungono soprattutto dall’ambito neuroscientifico. Il volume si propone pertanto di ricostruire la “storia della persona” e di instaurare un dialogo interdisciplinare utile a destreggiarsi nell’affascinante dibattito sull’identità personale.
«Per porre correttamente a tema il significato della differenza umana – per chiedersi a che titolo sia possibile parlare di una speciale dignità da riconoscersi all’uomo, anche in termini giuridici – occorre innanzi tutto operare una ricognizione di quei “luoghi” in cui tale specificità sembra rendersi maggiormente riconoscibile. La dimensione simbolica, le manifestazioni culturali e religiose, le abilità tecnico-progettuali sono senza dubbio alcuni di tali ambiti; in essi si palesa infatti lo scarto qualitativo che distingue la persona umana dal resto dei viventi e che la rende, ad un tempo, figlia e custode di quel mondo naturale che l’uomo continuamente trascende in forza della sua dimensione spirituale […]. Interrogarsi sulla differenza umana significa dunque intercettare tutta una serie di questioni sull’uomo, sulla sua natura essenziale, sul suo rapporto col mondo; domande che rappresentano, in fondo, la trama stessa di una riflessione antropologica impegnata a cogliere il concreto strutturarsi dell’esperienza umana» (dalle Conclusioni).
BIOETICA
• Post human e gene editing: riflessioni su perfezione e senso del limite, in “Medicina e Morale”, 4, 2019, pp. 423-436.
• Dilemmi morali. Paradigmi etici al lavoro, in “CREF Ricerca”, 2017, volume monografico del Master Governare e dirigere i servizi sociosanitari, pp. 148-152.
• La persona in questione, in “Bioetica e società”, 2012, 1-2, pp. 48-58.
• La persona alla prova delle neuroscienze (con Antonio Da Re) in A. Lavazza e G. Sartori, Neuroetica. Scienze del cervello e libero arbitrio, Il Mulino, Bologna 2011,
pp. 109-133
ECONOMIA E POLITICA
• Persona e comunità. Per un lessico condiviso, in “CREF Ricerca”, 2017, numero monografico del Master Governare e dirigere i servizi sociosanitari, pp. 153-157.
• Hannah Arendt e l’antropologia senza verità: una ricostruzione storico-critica, in “Marcianum”, 2012, 2, pp. 429-456.
• Il lavoro in questione, in F. Totaro (a cura di), Filosofia ed economia, Marcelliana, Brescia 2019, pp. 179-188.
• Geometrie possibili. Come ripensare una circolarità virtuosa tra etica, economia e politica, in C. Canullo e L. Grion (a cura di), Identità tradotte, Senso e possibilità
di un ethos europeo, Edizioni Meudon, Portogruaro (VE) 2014, pp. 253-268.
• Divisi dal bene comune, in F. Pizzolato e P. Costa, Il lato oscuro della sussidiarietà, Giuffrè Editore, Milano 2013, pp. 1-28.