Non solo libri...


Amo l'atletica perchè è poesia,

se la notte sogno,

sogno di essere un maratoneta
(Eugenio Montale)

Ho riscoperto il piacere dell’attività fisica poco prima degli “anta”. All’inizio è stata la bilancia a suggerirmi di cominciare a correre… poi, però, ci ho preso gusto.

La corsa non è solo una sana pratica di vita: è anche una splendida metafora di una vita buona. Insegna a congedarsi dai vizi di ieri per costruire, con pazienza e fatica, le virtù di domani.

Fino a prima della pandemia, amavo appuntarmi un pettorale al petto e inseguire il mio Personal Best. Pur senza grandi pretese, qualche soddisfazione me la sono tolta. Nella mezza maratona, la miglior prestazione l’ho ottenuta a Gorizia, il 2 marzo 2014: ho fermato il cronometro a 1:27:32. In maratona, invece, il tempo migliore l'ho fatto all’Unesco Cities Marathon, il 28 aprile 2016. Il ricordo, però, è agrodolce: puntavo a stare sotto le 3 ore e 10, ma crollai sul finale. Ufficialmente rimane un 3:10:32.

Oggi continuo a correre, più per piacere che per rincorrere il tempo; non è detto, però, che non ci riprovi. Intanto ho scoperto la bici e ho allargato il raggio del mio girovagare collinare. E poi la montagna, meno frequentata di quanto vorrei, ma sempre presente nel richiamo. Luogo dell’anima, direbbe qualcuno o, più semplicemente, un altro modo per sudarsi la meta e godersi il viaggio. In ogni caso – come ricordano i medici – l’importante è muoversi.

Per invecchiare bene servirebbero almeno 300 minuti di attività aerobica e almeno due sessioni settimanali di esercizi di forza. Per essere precisi: il cardiologo prescrive 300 minuti per il corpo... ma lo psicologo ne raccomanda altri 300 per la mente. Il movimento è come il caffè: ne serve almeno uno per il fisico e uno per la testa.